Il vecchio Logan. Nuova vita per Wolverine grazie a Mark Millar

“I fumetti si leggono meglio sul tablet o sullo smartphone. Sai Paolo, dovresti fare un abbonamento a qualche piattaforma. Puoi leggere molti titoli senza ingombri in libreria”. Queste parole sono state pronunciate da un amico appassionato di super eroi. Però, come si spiega quella sensazione nel momento in cui ho aperto dopo anni Vecchio Logan della Marvel, che tenevo in fase dormiente negli scaffali di casa?

2020. Il Coronavirus e la rottura dello schermo del mio Kobo mi hanno obbligato a interagire di più con la libreria di casa. In un giorno di normale quarantena, decido di rileggere il capolavoro di Mark Millar (i disegni sono di Steve McNiven) dedicato al più incazzoso e affascinate mutante della storia del fumetto americano: certo che è lui, l’intramontabile e immortale Wolverine.

L’edizione de Il Vecchio Logan che possiedo ha in copertina il protagonista che sguaina gli artigli insanguinati con un’espressione feroce. I capelli e la barba bianchi fanno da cornice a un viso ricoperto di rughe. Insomma, è Wolverine da vecchio.

Questa saga è composta da otto numeri che furono pubblicati dall’agosto del 2008 al novembre del 2009 sulla testata Wolverine della Marvel. L’autore della serie sul vecchio supereroe è il fumettista scozzese Mark Millar, noto anche per aver creato fumetti stra-famosi come Kick-Ass e Wanted. Tutto ciò che esce dalle mani di Millar poi finisce, non si sa come, sui grandi schermi di tutto il mondo. Le sue idee sono una manna dal cielo per Hollywood.

La trama di Vecchio Logan è ultra-violenta e piena di sangue. Wolverine, ormai in pensione, è un padre di famiglia e gestisce un ranch in mezzo al nulla. Il pianeta Terra non se la passa bene. Comandano i super-cattivi che si sono divisi gli Stati Uniti d’America devastati dagli uomini talpa e da un conflitto militare – forse nucleare – che ha ridotto in povertà la maggioranza della popolazione.

Per vivere in pace, l’ex-supereroe deve pagare il pizzo alla famiglia Hulk: il mostro verde ha dato vita a una dinastia di altri mostri accoppiandosi con la cugina, She-Hulk. La monotonia quotidiana monotonia di Logan verrà spezzata dall’arrivo di Occhio di Falco. Con quest’ultimo, Wolverine intraprende un viaggio per guadagnare un po’ di soldi. Questo episodio però innescherà una serie di eventi che porterà inevitabilmente a uno scontro finale con Bruce Banner ovvero Hulk.

Logan. Il film con Hugh Jackman

Nel suo ultimo film Wolverine non indossa la famosa tuta gialla e nera da combattimento. Questa scelta non è una decisione presa a caso. Il mondo immaginato da Millar è più reale, senza tutine e mascherine. Le sofferenze dei supereroi sono uguali a quelle dei normali esseri umani. L’unica differenza sono i poteri spettacolari dei personaggi con un DNA da mutante.

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Il regista James Mangold ha creato una pellicola molto diversa dai cinecomic che abbiamo visto precedentemente. Lo spin-off degli X-men si concentra sull’aspetto umano del mutante furioso che si trova, per un breve periodo, a fare il padre di famiglia: proteggere una bambina e accudire un anziano malato.

Uno Hugh Jackman invecchiato, stanco e malandato mi ha fatto impressione perché mi ha fatto capire che i mutanti non sono degli idoli immortali ma degli esseri che soffrono e vivono come il resto dell’umanità. L’anziano che ho citato poco fa è un inedito Professor X, Charles Xavier, che ha perso la personalità austera e accademica a causa dell’Alzheimer. La sua malattia è estremamente pericolosa per tutti perché il cervello di Xavier è stato classificato come arma di distruzione di massa: con una crisi può uccidere tutti gli esseri umani nelle vicinanze.

La bambina è Laura, o meglio conosciuta come X-23, una mutante concepita in laboratorio che possiede il patrimonio genetico di Wolverine. L’undicenne Laura è incredibilmente simile a Logan, sia per carattere che per forza.

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Anteprima al cinema Arcadia

L’atmosfera del film è molto western a partire dal luogo in cui vive Logan con il Professor X e il mutante Calibano. Questi tre personaggi dimorano in una specie di industria abbandonata sul confine americano con il Messico.

Il Logan del 2029 fa l’autista ed è depresso: tutti i suoi amici sono morti e lui è gravemente malato (tossisce spesso, ci vede poco, e le nocche sono coperte dal pus). Il suo crepuscolo esistenziale verrà momentaneamente interrotto da un manipolo di tiepidi antagonisti: una milizia di cyborg e uno scienziato pazzo che vogliono catturare la piccola X-23.

Per concludere, dico che il film non mi ha entusiasmato come speravo perché, secondo me, rappresenta una “pellicola ponte” per aprire una nuova finestra nel mondo degli X-men. Logan è un’introduzione ai Nuovi Mutanti. Avanzo inoltre un’altra critica: gli antagonisti sono deboli e non hanno identità, sono insipidi. L’unico nemico di Logan è Wolverine.

Capirete questa mia ultima affermazione quando vedrete il film in sala.

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X-23

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