Contro i tagli alla cultura di Victor Hugo per combattere l’ignoranza

Recensione del libro “contro i tagli alla cultura” di Victor Hugo, pubblicato da Ibis

«Con la cultura non si mangia», disse Giulio Tremonti che nel 2010 ricopriva la carica di ministro dell’Economia italiana. Victor Hugo sarebbe caduto in depressione se lo avesse sentito, perché dal 1948 le cose non sembrano cambiate. Lo scrittore francese si trovò infatti a controbattere un’affermazione simile nel suo intervento intitolato Contro i tagli alla cultura, riproposto nel 2011 dalla casa editrice Ibis.

copertina contro i tagli alla cultura victor hugo ibis

Il libricino ci riporta dunque alla II Repubblica francese, quando l’Assemblea Costituente si era insediata da poco. In un primo tempo, alcuni politici francesi proposero a Victor Hugo la carica di ministro dell’Istruzione pubblica. L’autore francese rifiutò, non rinunciando però a un suo coinvolgimento in politica: riuscì a farsi eleggere all’Assemblea Costituente.

In seguito Hugo dovette difendere la genuinità della sua scelta politica, respingendo i giudizi dei suoi detrattori che lo accusavano di aver messo in atto una strategia machiavellica per avere dei vantaggi di carriera. Inoltre gli avversari del romanziere gli rinfacciavano il cambio di casacca: Victor Hugo era stato in passato un sostenitore della monarchia. Bellissima la risposta dell’accusato:

Lo spirito ha le sue metamorfosi

È vero, Hugo aveva cambiato idea sulle istituzioni ma manteneva saldo il suo principio di indipendenza intellettuale. Lontano da qualsiasi schieramento, ha sempre cercato di migliorare le condizioni delle fasce più deboli della società, soprattutto nel periodo in cui lavorò al suo capolavoro I Miserabili (riassunto Wikipedia). L’atteggiamento neutrale lo rese antipatico ai partiti, nonostante ciò portò alla ribalta i problemi dei ceti poveri, la battaglia contro la pena di morte, l’opposizione alla violenza contro i contestatori, il respingimento del clericalismo, il sostegno alla laicità dell’insegnamento e infine la difesa della cultura contro l’ignoranza. Come scrive Paolo Veronesi nell’introduzione, “in generale i discorsi parlamentari di Hugo possono essere ricondotti sotto il segno di una rigorosa convinzione democratica, di una forte idealità liberale e di una decisa scelta umanistica”.

victor hugo foto

Quest’ultimo punto è il fulcro di Contro i tagli alla cultura. Benché sia passato un sacco di tempo, credo che questo discorso sia ultra-moderno e dovrebbero insegnarlo a tutti gli aspiranti politici. Ho letto con piacere la passione di Victor Hugo per la cultura, che secondo lui è un farmaco efficace contro l’ignoranza. Sono d’accordo con l’autore che il declino si origini dalla mancanza di intellettuali e di educazione. Hugo sosteneva che i tagli economici alla cultura non solo fossero inutili – per i risparmi irrisori – ma avrebbero le istituzioni più importanti che portano il buon nome della Francia in tutto il mondo.

L’ignoranza distrugge gli stati e apre la via ai totalitarismi, apportando limitazioni alle libertà individuali. I politici fingono di non percepire il pericolo dei tagli nell’ambito culturale che getterebbero fango sull’istituzione statale. Alcuni storici parlano di soft-power di una nazione quando essa, attraverso la globalizzazione, esporta il proprio modello politico per mezzo dei prodotti culturali – penso ad esempio alle serie tv americane come House of cards.

Victor Hugo, come il sottoscritto sostiene, affermò che la cultura produce benessere economico e che gli artisti avrebbe dovuto avere un sostegno per non disperdere il loro talento – molti si suicidavano a causa della povertà.

lampioni e pioggia

Incantevole il paragone delle lanterne contenuto nell’orazione Contro i tagli alla cultura:

Si provvede all’illuminazione delle città, si accendono tutte le sere, ed è una cosa giusta, i lampioni agli incroci e nelle piazze pubbliche; quando invece si capirà che la notte può scendere anche nel mondo morale, e che bisogna accendere le fiaccole per le menti?

Sarò presuntuoso, ma mi dà speranza pensare che questo blog possa ispirare qualcuno, opponendosi al branco di influencer di Youtube che celebrano il culto della loro personalità fingendo di ascoltare i lettori e di costituire una comunità culturale. Sono certo che Victor Hugo avrebbe un discorso anche per loro se fosse ancora vivo.

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