Una rosa per Emily di William Faulkner

Chi non ha mai sentito parlare di William Faulkner? Sapete, come ogni cosa, lo scrittore americano non piace a tutti. Compreso il sottoscritto, che qualche primavera fa ha tentato di leggere – senza successo – Luce d’agosto. Però le pulsioni dei lettori non conoscono una regola, alcuni dicono che sono i libri a scegliere noi, e non viceversa. È dunque accaduto che abbia recentemente letto tre racconti di Faulkner raccolti in un piccolo volumetto pubblicato da Adelphi col titolo Una rosa per Emily. Cosa ho trovato dentro? Tre storie di donne, di diversa estrazione, cultura ed età, però con un aspetto in comune: vivere nel profondo Sud degli Stati Uniti del tardo Ottocento.

Miss Zilphia Gant narra la storia di una sarta che ha avuto un’infanzia terribile a causa del controllo asfissiante della madre. La protagonista di questo racconto non ha gli strumenti per affrontare l’abnegazione dell’unico genitore rimanente, rassegnandosi a condurre una vita in preda alla sofferenza e alla mancata ribellione. Ciononostante, nella parte finale dei suoi anni Zilphia riuscirà a riscattare i torti subiti, prendendosi cura da sola di una bambina e seguendo le orme di sua madre. Un oscuro destino che ripropone un’antica ciclicità.

Sebbene si fosse completamente rimessa, per qualche tempo non sognò più, ma le tornò l’abitudine che aveva preso a dodici anni, di svegliarsi nel sonno perché piangeva, e quasi ogni notte restava distesa nel buio e nel profumo del lauroceraso, piangendo in silenzio e disperatamente tra sonno e dormiveglia.

Miss Zilphia Gant

Nel racconto portante della piccola raccolta non mancano i problemi famigliari. In Una rosa per Emily, il personaggio principale è Miss Emily Grierson, un’erede di una nobile famiglia di Jefferson. Come il personaggio di Zilphia, Emily ha sperimentato poco delle vita esterna, per via della rigida educazione impartita dal padre. Per colpa delle imposizioni, Emily sviluppa un comportamento strano e isolato, rinchiudendosi nella sua villa e rinunciando alla socialità. I suoi concittadini si domandano se sia pazza. In effetti, si scoprirà alla fine del racconto che la protagonista non si fosse integrata col presente, preservando il passato e ammanettando il futuro. Una donna di polvere, concentrata soltanto su ciò che è morto e mummificato. Un piccolo mondo antico da imporre all’orologio.

Uomini vecchissimi… che parlavano di Miss Emily… facendo confusione fra il tempo e la sua progressione matematica, come fanno i vecchi, per i quali tutto il passato non è una strada che si va assottigliando, bensì un prato immenso che l’inverno lascia intatto, separato da loro dallo stretto collo di bottiglia del decennio più recente.

Una rosa per Emily

L’inettitudine e l’idiozia del maschio americano del profondo Sud è al centro dell’ultimo racconto Adolescenza. Qui abbiamo una bambina, Juliet, che ha un carattere forte e definito sin dalla più tenera età. Faulkner racconta un momento preciso della vita di Juliet, ovvero l’adolescenza, che come abbiamo ormai capito è assediata da problemi esistenziali e famigliari. Insomma, sembra che la società americana ottocentesca faccia di tutto per mortificare la popolazione femminile.

Finalmente anche lei piangeva apertamente, perché tutto sembrava così effimero e insensato, così futile: che ogni sforzo, ogni impulso verso la conquista della felicità fosse ostacolato dal cieco caso, che persino il suo tentativo di tagliare i ponti con quella famiglia che odiava venisse frustrato da qualcosa dentro di lei.

Adolescenza

Non voglio mentirvi, la verità è che ho giudicato molto interessante questi lavori di Faulkner soprattutto per l’alternanza dei generi letterari: troviamo flash di noir, nostalgia e follia in racconti che prediligono brevi e scarne descrizioni sia fisiche, ambientali e psicologiche. Alla fine della fiera, i tre racconti di Una rosa per Emily sono un’ottima occasione per entrare nel mondo letterario del grande scrittore americano.

VOTO

Classificazione: 3.5 su 5.

2 pensieri riguardo “Una rosa per Emily di William Faulkner”

  1. Da amante delle prose brevi, questa breve silloge sembra essere l’occasione buona per approcciarsi a Faulkner. Se posso suggerire una lettura, “L’altra parte” di Alfred Kubin, sempre edito da Adelphi, è un piccolo gioiello d’alienazione e straniamento, definito da Bazlen “Il più bel Kafka prima di Kafka”.

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