Giovanni Pascoli | La vita

 

Come ho già fatto per altri autori, in questo post ci dedichiamo all’imponente figura di uno dei poeti più autorevoli della nostra storia letteraria recente. Faccio questo mero esercizio di stile per introdurre e ricordare a me stesso cose che nel tempo ho dimenticato.

Giovanni Pascoli è nato in Romagna nel 1855 e trascorre la sua infanzia a stretto contatto con la natura. Egli infatti viveva in campagna e col tempo aveva imparato a nominare tutti i generi di piante e le specie animali con cui aveva a che fare.

102077037-portrait-of-italian-poet-and-university-gettyimagesLa sua famiglia era agiata e di stampo patriarcale. Pascoli la considerava il suo nido ben protetto dalla figura decisionista del padre. La buona condizione economica famigliare gli ha permesso di intraprendere i primi studi senza alcun tipo di problemi. Il giovane Pascoli sin da subito si dimostrò molto attratto dallo studio e dai libri.

Nel 1867 però la vita del dodicenne venne sconvolta da un tragico fatto di sangue che influenzò nel bene e nel male il suo futuro. Il padre fu barbaramente ucciso a bruciapelo con un colpo di fucile. Non si riuscì mai a scoprire chi fosse l’assassino (si pensa però ad un omicidio su commissione).

Questa è solo una delle numerose morti che colpirono la famiglia Pascoli. Qualche tempo dopo morì infatti anche la madre e questo avvenimento gettò il nucleo famigliare in un caos emotivo ed economico: i figli si trovano sprovvisti di una guida genitoriale e non hanno più tutele nello studio.

poppi_1_672-458_resizeGiacomo, il fratello maggiore, riuscì a tenere a galla la barca e così risollevò le sorti della propria famiglia che decise di trasferire nei pressi di Rimini. In quegli anni Giovanni ebbe la possibilità di finire gli studi e si iscrisse alla facoltà di Lettere presso l’università di Bologna grazie ad una borsa di studio.

Come in passato, nei primi anni di università Pascoli si dimostrò un zelante studente. Poi nella sua vita entrò la politica. Diede inizio ad una serie di contatti con i circoli socialisti. Egli era infatti favorevole all’incremento dei diritti dei lavoratori e alla giustizia sociale. Tale attivismo politico gli precluse il rinnovo della borsa di studio e così si trovò costretto a sospendere la propria carriera universitaria.

Nel 1976 un altro lutto si manifestò in casa Pascoli: Giacomo morì e la famiglia fu sprovvista di un appoggio economico. Furono obbligati a vendere l’amata casa di San Mauro per costituire un piccolo gruzzolo per sostentarsi.

175818026-view-of-the-living-room-in-the-giovanni-gettyimagesNel frattempo Giovanni intensifica la sua militanza politica e riesce addirittura a conoscere Andrea Costa, pioniere del movimento operaio italiano. Sull’onda dell’entusiasmo, Pascoli fece un’attiva ed intensa propaganda per la Prima Internazionale. A causa della sua attività politica viene arrestato e detenuto nel carcere di Bologna.

Crescendo, riesce a calmare il proprio fervore politico e sviluppa una concezione idealistica legata all’umanitarismo interclassista di stampo contadino. Rispetto agli anni della gioventù si convinse che lo scontro sociale non fosse affatto necessario. Dopo tali cambiamenti riuscì ad ottenere di nuovo il sussidio universitario fino al termine degli studi.

Finti gli studi, incomincia la sua carriera da professore itinerante. Dico questo perché dovette cambiare molte scuole prima di diventare professore ordinario. Infatti insegnò prima a Matera, poi a Massa ed infine a Livorno. Negli anni di questo girovagare scrisse due antologie di poesia latina e due di letteratura italiana.

Dopo queste esperienze lavorative, Pascoli incominciò la carriera accademica: a Bologna insegna grammatica latina e greca. Grazie al suo talento divenne un famosissimo latinista e riuscì a vincere il prestigioso premio internazionale di Amsterdam per la poesia latina.

In questi anni pubblicò le sue raccolte poetiche: nel 1891 le Myricae e nel 1897 i Poemetti e nel 1903 I canti di Castelvecchio.

famiglia-colibriNegli ultimi anni della sua vita, il poeta italiano cercò di ricomporre il nido famigliare; decise di andare a vivere con le due sorelle nubili. Il rapporto che aveva con loro era abbastanza morboso e infatti Pascoli non si sposò mai.

Nel 1895 si trasferisce nella Garfagnana, a Castelvecchio di Braga, dove affitta in un primo momento la casa che poi acquisterà in un momento successivo.

In questi ultimi anni diventa promotore e poeta ufficiale del patriottismo italiano: la produzione letteraria coeva esalta e celebra la virtù della patria. Fanno parte di questa tendenza Gli inni, i poemi italici, poemi di Risorgimento e Le canzoni di re Enzio. Il componimento La grande proletaria s’è mossa celebra la guerra in Libia.

Nel 1912 gli viene assegnata un’altra medaglia d’oro dall’accademia olandese ma lo stesso anno morì a causa di un tumore.


In breve voglio riassumere le costanti letterarie del Pascoli. Non tutti lo sanno, ma in casa egli aveva tre tavoli da lavoro: uno dedicato alla poesia italiana, il secondo alla poesia latina e il terzo alla critica dantesca. Questo ci fa comprendere quale fosse l’impronta unitaria dell’ingegno versatile del poeta; infatti sperimentò vari generi come lo stile lirico, elegiaco, bucolico, epico, fiabesco, allegorico, celebrativo e didascalico.

La poetica pascoliana trova la sua genesi nella enorme ferita psicologica derivata dall’assassinio del padre. Negli anni egli ha utilizzato la poesia proprio in funzione di riabilitazione e di elaborazione del lutto. Tutto ciò è avvenuto attraverso un meccanismo regressivo: il suo immaginario poetico retrocede nel passato che rappresenta il contenitore di sentimenti positivi e propositivi. I critici letterari hanno individuato tre tipi di regressione: anagrafica, sociale e storico-culturale.

 

 

 

 

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